Venere sorge dal mare

Riferimento: S30692
Autore Giovanni Andrea Sirani
Anno: 1620 ca.
Misure: 166 x 222 mm
1.800,00 €

Riferimento: S30692
Autore Giovanni Andrea Sirani
Anno: 1620 ca.
Misure: 166 x 222 mm
1.800,00 €

Descrizione

Acquaforte, circa 1620-30, priva di dati editoriali.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata al rame, leggere abrasioni al verso, in ottimo stato di conservazione.

L'opera è attribuita dal Bartsch, che descrive l'esemplare all'Albertina di Vienna, alla scuola di Guido Reni.

Crediamo ci siano notevoli affinità stilistiche con la mano di Giovannio Andrea Sirani.

Timbro di collezione al verso non identificato.

Bibliografia

Bartsch XVIII, n. 32: Bertelà. Incisiori Bolognesi ed Emiliani del '600, n. 1054.

Giovanni Andrea Sirani (Bologna 1610 -1670)

Giovanni Andrea Sirani iniziò la sua attività presso Giacomo Cavedone, ma presto passò nella bottega di Guido Reni, che frequentò fino alla scomparsa del maestro come uno degli allievi prediletti e più devoti. L'adesione ai modelli formali del maestro aveva comportato il rischio di dissoluzione della sua pittura entro aree d'indifferenziata cultura reniana; di qui forse la scarsità di informazioni da parte della storiografia sulla sua attività, sulla sua produzione e sui suoi committenti. Esercitò la professione per almeno trent'anni, fino al 1665 circa, quando per l'avanzante malattia ed il dolore per la scomparsa della figlia, la celebre Elisabetta, abbandonò la pittura.

Bibliografia

Bartsch XVIII, n. 32: Bertelà. Incisiori Bolognesi ed Emiliani del '600, n. 1054.

Giovanni Andrea Sirani (Bologna 1610 -1670)

Giovanni Andrea Sirani iniziò la sua attività presso Giacomo Cavedone, ma presto passò nella bottega di Guido Reni, che frequentò fino alla scomparsa del maestro come uno degli allievi prediletti e più devoti. L'adesione ai modelli formali del maestro aveva comportato il rischio di dissoluzione della sua pittura entro aree d'indifferenziata cultura reniana; di qui forse la scarsità di informazioni da parte della storiografia sulla sua attività, sulla sua produzione e sui suoi committenti. Esercitò la professione per almeno trent'anni, fino al 1665 circa, quando per l'avanzante malattia ed il dolore per la scomparsa della figlia, la celebre Elisabetta, abbandonò la pittura.