San Gerolamo

Riferimento: S24542
Autore Lorenzo LOLI
Anno: 1660 ca.
Misure: - x - mm
750,00 €

Riferimento: S24542
Autore Lorenzo LOLI
Anno: 1660 ca.
Misure: - x - mm
750,00 €

Descrizione

Acquaforte, monogrammata in lastra in basso a destra.

Da un disegno di Giovanni Andrea Sirani. Magnifica prova impressa su carta vergata coeva con filigrana della “brocca”, rifilata al rame, leggere tracce di colla al verso degli angoli, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Una delle migliori incisioni del Loli. Ex collezione E. Devaulx (Lugt 670).

Bibliografia

Bartsch 14; Bertelà, Incisori Bolognesi ed Emiliani del’600, 754. Dimensioni 173x233.

Lorenzo LOLI (Bologna 1612 – 1691)

Assai più celebre come incisore che come pittore, il Loli fu allievo di Guido Reni e seguì il maestro tanto nelle scelte dei soggetti quanto nella resa del segno all’acquaforte, assai limpido e netto, ben calibrato e adatto a tradurre composizioni moderatamente classicistiche. Il suo repertorio grafico è relativamente ampio, tanto che il Bartsch annovera 25 pezzi, sottolineando talvolta la non sempre squisita realizzazione tecnica nelle tavole in cui la morsura dell’acido ha troppo intaccato la lastra. Loli riprende, per la maggior parte dei casi, soggetti dipinti o inventati da Guido Reni e dai suoi allievi, tra i quali soprattutto Giovanni Andrea Sirani, oltre che da sue proprie idee. Il Loli, seppure non superi nella produzione i limiti di una modesta imitazione, testimonia la grande fortuna, nel 600 bolognese, dei temi reniani e ne costituisce a sua volta un tramite di diffusione.

Bibliografia

Bartsch 14; Bertelà, Incisori Bolognesi ed Emiliani del’600, 754. Dimensioni 173x233.

Lorenzo LOLI (Bologna 1612 – 1691)

Assai più celebre come incisore che come pittore, il Loli fu allievo di Guido Reni e seguì il maestro tanto nelle scelte dei soggetti quanto nella resa del segno all’acquaforte, assai limpido e netto, ben calibrato e adatto a tradurre composizioni moderatamente classicistiche. Il suo repertorio grafico è relativamente ampio, tanto che il Bartsch annovera 25 pezzi, sottolineando talvolta la non sempre squisita realizzazione tecnica nelle tavole in cui la morsura dell’acido ha troppo intaccato la lastra. Loli riprende, per la maggior parte dei casi, soggetti dipinti o inventati da Guido Reni e dai suoi allievi, tra i quali soprattutto Giovanni Andrea Sirani, oltre che da sue proprie idee. Il Loli, seppure non superi nella produzione i limiti di una modesta imitazione, testimonia la grande fortuna, nel 600 bolognese, dei temi reniani e ne costituisce a sua volta un tramite di diffusione.