Averti, che Dio ti vede

Riferimento: S43966
Autore Giuseppe Maria MITELLI
Anno: 1678
Misure: 195 x 275 mm
325,00 €

Riferimento: S43966
Autore Giuseppe Maria MITELLI
Anno: 1678
Misure: 195 x 275 mm
325,00 €

Descrizione

Proverbio illustrato che si riferisce a Dio che vede tutto; un uomo visto addormentato in un campo, con la testa appoggiata sulla mano; davanti a lui un criminale che tiene un pugnale, in procinto di colpirlo; l'occhio di Dio visto nel cielo, che emana raggi di luce.

Acquaforte, 1678, firmata in lastra in basso 'GM. Mitelli I. e F'. Iscrizione in versi in basso.

L’opera appartiene alla serie dei Proverbi figurati.

Giuseppe Maria Mitelli fu un prolifico artista, con oltre seicento le incisioni nel suo catalogo. Realizza opere di riproduzione e numerosi soggetti che commentano in chiave popolaresca fatti storici, temi morali e situazioni sociali, fra questi ultimi la serie più nota Le Arti per via, basata su un gruppo di disegni di Annibale Carracci e le 48 tavole per la serie Proverbi figurati consecrati al Serenissimo Principe Francesco Maria di Toscana, che mostrano l’umanità dell’artista e la sua attenzione per i particolari e i personaggi. A lui si debbono anche illustrazioni per romanzi cavallereschi e serie di carte da gioco.

Bellissima prova, su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

L. Marinese, Proverbi figurati di Giuseppe Maria Mitelli, 1967; Bertarelli 1940; Le Incisioni di Giuseppe Maria Mitelli, catalogo critico, n. 426; Bartsch, Le Peintre graveur (XIX.294.71).

Giuseppe Maria MITELLI (Bologna 1634 – 1718)

Figlio di Agostino, noto pittore e incisore, secondo quanto ricorda il fratello Giovanni nella Vita et opere di Agostino Mitelli, si formò presso alcuni artisti importanti, studiando, tra gli altri, con Simone Cantarini, Francesco Albani, il Guercino e Flaminio Torri. Della sua attività pittorica, tutt’altro che limitata stando alle testimonianze antiche, rimane però un corpus assai esiguo, composto di poche unità. Dedicò gli sforzi maggiori all'arte incisoria, avviato con ogni probabilità dal padre, lasciando circa 600 stampe eseguite in larghissima prevalenza all’acquaforte. Nel 1660 il Mitelli pubblicò le Arti per via, una serie di 40 acqueforti derivate dalle invenzioni di Annibale Carracci, tradotte a stampa nel 1646 in 80 tavole da Simone Guillain. Il Mitelli inaugurò con l’impresa, edita dal romano Giovanni Giacomo De Rossi, una fiorente produzione di immagini di tema popolare, che divennero una sorta di marchio di fabbrica dell’incisore bolognese.

Giuseppe Maria MITELLI (Bologna 1634 – 1718)

Figlio di Agostino, noto pittore e incisore, secondo quanto ricorda il fratello Giovanni nella Vita et opere di Agostino Mitelli, si formò presso alcuni artisti importanti, studiando, tra gli altri, con Simone Cantarini, Francesco Albani, il Guercino e Flaminio Torri. Della sua attività pittorica, tutt’altro che limitata stando alle testimonianze antiche, rimane però un corpus assai esiguo, composto di poche unità. Dedicò gli sforzi maggiori all'arte incisoria, avviato con ogni probabilità dal padre, lasciando circa 600 stampe eseguite in larghissima prevalenza all’acquaforte. Nel 1660 il Mitelli pubblicò le Arti per via, una serie di 40 acqueforti derivate dalle invenzioni di Annibale Carracci, tradotte a stampa nel 1646 in 80 tavole da Simone Guillain. Il Mitelli inaugurò con l’impresa, edita dal romano Giovanni Giacomo De Rossi, una fiorente produzione di immagini di tema popolare, che divennero una sorta di marchio di fabbrica dell’incisore bolognese.