Maria Maddalena nel deserto

Riferimento: S30402
Autore Annibale CARRACCI
Anno: 1591
Misure: 162 x 220 mm
3.500,00 €

Riferimento: S30402
Autore Annibale CARRACCI
Anno: 1591
Misure: 162 x 220 mm
3.500,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1591, datato in lastra in basso verso il centro, e firmato Carra: in. a sinistra, sul masso. Esemplare nel secondo stato di quattro (o terzo di cinque) con l’excudit dello stampatore Pietro Stefanoni aggiunto lungo il margine inferiore. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.

Il disegno preparatorio di questa incisione si conserva al Louvre, ed è in controparte rispetto all’incisione. Bohn in TIB menziona un altro disegno preparatorio, oggi agli Uffizi che, secondo la sua opinione, doveva essere probabilmente un primo bozzetto per l’incisione, di cui la concezione di base è già formulata ma si riscontra un interesse maggiore per il paesaggio. Presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, si conserva un altro disegno di Annibale, ritenuto da De Grazia copia della parte superiore dell’acquaforte, e modello per un probabile piccolo dipinto devozionale, alla stregua del San Francesco adorante il Crocifisso.

Un altro dipinto, della collezione Denis Mahon, mostra strettissime affinità con la stampa. Il dipinto è considerato come autografo del Carracci dallo stesso Mahon, che lo fa risalire al 1586-87, mentre Longhi, nel 1960, lo ha considerato come copia seicentesca derivante proprio da questa acquaforte.

De Grazia collega questa incisione al dipinto carraccesco Venere e Adone, oggi al Prado. In particolare nota che le pose di Venere e Amore, e della stessa Maddalena derivano dall’incisione di Agostino modellata sul dipinto del Tintoretto Minerva che allontana Marte dalla Pace e dall’Abbondanza. Ne conclude, dunque, che “se il quadro di Mahon è realmente di Annibale e risale al 1586-1587 circa, la figura della Maddalena che vi compare è presa direttamente dal dipinto del Tintoretto”.

Bellisismo esemplare.

Bibliografia

Bartsch XVIII, 191, 16; Le Blanc, I p. 606, n. 16; Calvesi -Casale, Le incisioni dei Carracci, pp. 63 - 64, n. 203; TIB, 1996, 3906.014.S2; De Grazia, Le Stampe dei Carracci, p. 232 n.12. Dimensioni 162x220.

Annibale CARRACCI (Bologna 1560 - Roma 1609)

Fratello minore di Agostino e cugino di Ludovico, di cui fu allievo, è il maggior esponente della scuola bolognese del Seicento, e tra i più grandi esponenti del classicismo italiano del XVII secolo. Dopo un inizio ancora aderente alla cultura tardomanieristica locale, legata ad un realismo alla Campi, l’artista matura il suo linguaggio espressivo cogliendolo dai grandi del Rinascimento italiano, per raggiungere a Roma, con il suo capolavoro degli affreschi in Palazzo Farnese (1595-1604 circa), la più alta espressione della cultura classicista italiana. Seguendo l’esempio di Agostino, l’artista si dilettò anche in incisioni, unendo la tecnica del bulino a quella dell’acquaforte: il suo catalogo di grafica conta 17 stampe, la maggior parte delle quali di soggetto religioso, e solo due di tema mitologico dove rivive a pieno lo spirito alessandrino della favola mitologica.

Bibliografia

Bartsch XVIII, 191, 16; Le Blanc, I p. 606, n. 16; Calvesi -Casale, Le incisioni dei Carracci, pp. 63 - 64, n. 203; TIB, 1996, 3906.014.S2; De Grazia, Le Stampe dei Carracci, p. 232 n.12. Dimensioni 162x220.

Annibale CARRACCI (Bologna 1560 - Roma 1609)

Fratello minore di Agostino e cugino di Ludovico, di cui fu allievo, è il maggior esponente della scuola bolognese del Seicento, e tra i più grandi esponenti del classicismo italiano del XVII secolo. Dopo un inizio ancora aderente alla cultura tardomanieristica locale, legata ad un realismo alla Campi, l’artista matura il suo linguaggio espressivo cogliendolo dai grandi del Rinascimento italiano, per raggiungere a Roma, con il suo capolavoro degli affreschi in Palazzo Farnese (1595-1604 circa), la più alta espressione della cultura classicista italiana. Seguendo l’esempio di Agostino, l’artista si dilettò anche in incisioni, unendo la tecnica del bulino a quella dell’acquaforte: il suo catalogo di grafica conta 17 stampe, la maggior parte delle quali di soggetto religioso, e solo due di tema mitologico dove rivive a pieno lo spirito alessandrino della favola mitologica.