Costume di Bisaccia d'Avellino

Riferimento: S639
Autore Michela DE VITO
Anno: 1823 ca.
Zona: Avellino
Luogo di Stampa: Sconosciuto
Misure: 150 x 235 mm
350,00 €

Riferimento: S639
Autore Michela DE VITO
Anno: 1823 ca.
Zona: Avellino
Luogo di Stampa: Sconosciuto
Misure: 150 x 235 mm
350,00 €

Descrizione

Michela De Vito è un’importante artista dell’800, figlia o sorella, non si sa bene, di Camillo De Vito, fecondissimo pittore di gouache rappresentanti, soprattutto, vedute e scene di costumi di Napoli. Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo, a volte viene confusa con Michele de Vito.

“Pittrice raffinata, di grossa abilità disegnata, aveva la caratteristica d'ingentilire la fisionomia contrariamente a quanto solevano fare alcuni suoi colleghi, pur onorati da commesse Reali”. Così la definirono De Rosa e Trastulli nel saggio introduttivo al catalogo della mostra di Chieti: Il costume popolare abruzzese tra 700 e 800. Questa gentilezza dei caratteri è evidente anche nei vestiti delle figure delle opere che proponiamo.

Acquarello su carta, firmato in basso a destra. Opera di grandissima qualità, databile al 1823 circa, in perfetto stato di conservazione.

Michela DE VITO (Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo)

Figlia o sorella, non si sa bene, di Camillo De Vito, fecondissimo pittore di gouache, rappresentanti soprattutto vedute e scene di costume di Napoli. Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo viene alle volta confusa con Michele de Vito. "Pittrice raffinata, di grossa abilità disegnata, aveva la caratteristica d'ingentilire la fisionomia contrariamente a quanto solevano fare alcuni suoi colleghi, pur onorati da commesse Reali". Così la definirono De Rosa e Trastulli nel saggio introduttivo al catalogo della mostra di Chieti Il costume popolare abruzzese tra 700 e 800.

Michela DE VITO (Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo)

Figlia o sorella, non si sa bene, di Camillo De Vito, fecondissimo pittore di gouache, rappresentanti soprattutto vedute e scene di costume di Napoli. Attiva a Napoli nei primi decenni del XIX secolo viene alle volta confusa con Michele de Vito. "Pittrice raffinata, di grossa abilità disegnata, aveva la caratteristica d'ingentilire la fisionomia contrariamente a quanto solevano fare alcuni suoi colleghi, pur onorati da commesse Reali". Così la definirono De Rosa e Trastulli nel saggio introduttivo al catalogo della mostra di Chieti Il costume popolare abruzzese tra 700 e 800.