Fondi

Riferimento: CO-283
Autore Giovanni Battista Pacichelli & Francesco Cassiano de Silva
Anno: 1703
Zona: Fondi
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 180 x 125 mm
200,00 €

Riferimento: CO-283
Autore Giovanni Battista Pacichelli & Francesco Cassiano de Silva
Anno: 1703
Zona: Fondi
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 180 x 125 mm
200,00 €

Descrizione

Magnifica veduta prospettica della città disegnata ed incisa da Francesco Cassiano da Silva per la celebre opera dell’abate Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodici province, in cui si descrivono la sua metropoli fedelissima città di Napoli e le cose più notabili e curiose, e doni così di natura, come d'arte di essa; e le sue centoquarantotto città [....] con le loro vedute diligentemente scolpite in rame, pubblicato postumo a Napoli nel 1703.

Si tratta della più importante e dettagliata documentazione, edita fino a quel tempo, di storia politico-militare, religiosa, urbanistica, economica ed artistica di 148 città con i loro territori, nelle 12 provincie costituenti l'allora Regno di Napoli. Ad un'esposizione generale, con i nomi delle personalità titolate, segue un lungo paragrafo sulla capitale. Quindi, di ciascun nucleo urbano, rappresentato in un'incisione, sono narrate le origini e gli interessi economici, le vicende storiche attraverso i personaggi in ogni campo, la topografia e i monumenti, le opere letterarie e le reliquie dei propri Santi.

Articolata in tre tomi, in formato in quarto, l’opera venne pubblicata postuma a Napoli nel 1703, per iniziativa di due noti editori del tempo, Michele Luigi Muzio e Domenico Antonio Parrino. Il primo volume, dedicato a Giovanni Domenico Milano, marchese di San Giorgio, venne stampato da Muzio; il secondo, in onore di Francesco Caracciolo, figlio maggiore del duca di Martina, presso la stamperia di Parrino; il terzo, in onore di Nicola d’Avalos, primogenito del principe di Troia ed erede del principe di Montesarchio, venne finanziato da entrambi.

Le incisioni presenti nel libro sono opera di Francesco Cassiano de Silva, artista di origine spagnola, che alle tavole geografiche, relative alle province del territorio regnicolo, affiancò le ‘prospettive’ dei principali centri urbani meridionali. Per realizzarle, utilizzò in parte una serie di tavole da lui precedentemente composte e in parte rielaborò immagini preesistenti risalenti a epoche precedenti. Compose infine ex novo le vedute mancanti, a partire da disegni ricavati dall’osservazione diretta dei luoghi.

Giovan Battista Pacichelli (Roma, 1641 – Roma, 1695) è stato uno storico e abate italiano. Chiamato dalla Corte di Parma come consigliere del duca Ranuccio II Farnese (1678-1682) venne da questi inviato nel Regno di Napoli agli inizi del 1683 e vi rimase per una dozzina di anni.

Della vita di Francesco Cassiano de Silva si possiedono scarsissime informazioni; cionondimeno, è indubbia la sua fama come incisore di molte opere relative al Regno di Napoli. In particolare, incise per commissione opere pubblicate dai più importanti editori di Napoli del suo periodo, cioè Antonio Bulifon, Domenico Antonio Parrino e Luigi Mutio. Le fonti sono discordanti sulla sua origine; alcune affermano che era di origini milanesi, mentre altre sostengono che era spagnolo. L'ultimo suo lavoro certo è un atlante manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna, terminato nel 1708. In tale ultima opera si firma "nobile milanese", mentre nelle precedenti incisioni si era sempre fregiato del titolo di "hispanicus". I due dati potrebbero non essere in contraddizione in quanto Francesco potrebbe appartenere ad un ramo cadetto della famiglia spagnola dei Silva stanziatasi nel milanese nel corso del XVI secolo. È molto probabile che con la venuta degli austriaci nel Regno di Napoli, nel 1707, Francesco Cassiano de Silva abbia preferito riferirsi alle più prossime e meno pericolose origini milanesi.  

Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con sottili margini, in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Alisio, Napoli nel Seicento. Le vedute di F. Cassiano Da Silva, 1984; Pane-Valerio, La città di Napoli tra vedutismo e cartografia, 1988; V. Valerio, Il primo atlante a stampa del Regno di Napoli di Francesco Cassiano de Silva, in “Amate sponde. Le Rappresentazioni dei Paesaggi Costieri Mediterranei”, Gaeta, 2003; V. Valerio, Sicilia 1477-1861, la collezione Spagnolo-Patermo in quattro secoli di cartografia, 2014; G. Amirante, M. R. Pessolano, Immagini di Napoli e del regno. Le raccolte di Francesco Cassiano de Silva (2006); Fera-Morlicchio, Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Repertorio bibliografico, 1994, vol. II pp.107-108; Cremonini, L'Italia nelle vedute e carte geografiche dal 1493 al 1894.

Giovanni Battista Pacichelli & Francesco Cassiano de Silva (Roma, 1634 – Roma, 1695)

Pacichelli (1641 circa – 1695) nacque a Roma, probabilmente nel 1641, da genitori pistoiesi. Non si hanno notizie sull’identità del padre, mentre pare che la madre appartenesse alla famiglia degli Honorati. Da Roma si trasferì giovanissimo a Pisa, dove intraprese gli studi giuridici, laureandosi in diritto civile e canonico. Tornò quindi a Roma, dove proseguì gli studi e si laureò in teologia. Nel 1668 pubblicò a Perugia Il Giosia del Vaticano (dal nome del re biblico d’Israele), dedicato a papa Clemente IX. Negli anni della nunziatura, effettuò numerosi viaggi nell’Europa centrale, settentrionale e meridionale, ed «ebbe occasione... di trattare con diversi principi, e ministri di Stato, come anche di osservare le migliori biblioteche, e conoscere i più distinti letterati, che in vari luoghi fiorivano» (Soria, 1781, p. 462). Nel luglio 1673 visitò il Belgio e l’Olanda; nel marzo 1674 si recò a Utrecht, tornò a Colonia e ripartì a maggio per Rotterdam, l’Aia e Amsterdam. Tornato in Germania, andò a Brema, Amburgo e Lubecca. A giugno si spostò a Bruges e quindi in Francia, dove visitò Parigi, la Champagne e l’Artois, per poi giungere nelle Fiandre. Tornato in Germania, continuò a viaggiare fra la Westfalia e la Sassonia, nell’autunno 1674 si recò a Colmar e a Magonza. Nella primavera del 1675 fu la volta dell’Inghilterra, della Scozia e dell’Irlanda; quindi, preso il mare da Dover, giunse in Portogallo e di lì passò in Spagna. Rientrato brevemente a Colonia, nel 1676 intraprese un lungo viaggio attraverso la Svezia, la Danimarca, l’Austria, la Polonia e l’Ungheria. L’anno seguente visitò la Provenza, il Delfinato, la Savoia e ritornò in Italia, dove continuò a spostarsi fra Venezia, Ferrara, Bologna, Modena e Reggio. Rientrato a Roma dalla nunziatura nel 1677, dopo qualche mese passò a Parma, presso la corte del duca Ranuccio II Farnese, che lo nominò agente generale dei suoi possedimenti nel Mezzogiorno (Castellammare, Altamura, Leonessa, Cantalice, Montereale, Campli, Vetrana). Si trasferì dunque a Napoli nel 1679. Come agente dei Farnese dovette affrontare problemi di ogni sorta legati all’ordinaria amministrazione dei feudi e alle richieste dei cives delle singole universitates, ma anche eccezionali, come la deduzione in patrimonio (cioè sotto la diretta amministrazione finanziaria da parte della Camera della Sommaria), di uno dei feudi farnesiani più importanti, quello di Altamura in Terra di Bari. Francesco Cassiano de Silva è stato un incisore di origine spagnola. Le sue incisioni furono utilizzate su alcuni libri dei più noti editori di Napoli del Seicento e del Settecento, e ritraevano paesaggi e città del Regno di Napoli; tali incisioni hanno un inestimabile valore storico, accresciuto dal fatto che la maggior parte delle sue opere è stata oggetto di ritrovamenti in epoca molto recente. Della vita di Francesco Cassiano de Silva si possiedono scarsissime informazioni; cionondimeno, è indubbia la sua fama come incisore di molte opere relative al Regno di Napoli. In particolare, incise per commissione opere pubblicate dai più importanti editori di Napoli del suo periodo, cioè Antonio Bulifon, Domenico Antonio Parrino e Luigi Mutio. Collaborò anche con Giovan Battista Pacichelli. Le fonti sono discordanti sulla sua origine; alcune fonti affermano che era milanese, mentre altre fonti affermano che era spagnolo. Il primo studioso a scoprire un'opera di de Silva fu Vladimiro Valerio, il quale, nella Biblioteca Nazionale Austriaca, scoprì l'album Regno Napolitano anatomizzato dalla penna di D. Francesco Cassiano De Silva. Nel 1986, Giancarlo Alisio scoprì un atlante geografico con disegni dello stesso de Silva nella Biblioteca Nazionale italiana, mentre nel 2006 Amirante e Pessolano fecero ulteriori scoperte nel Kriegsarchiv di Vienna e nell'Österreichisches Staatsarchiv. L'ultimo suo lavoro certo è un atlante manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna, terminato nel 1708. In tale ultima opera si firma "nobile milanese", mentre nelle precedenti incisioni si era sempre fregiato del titolo di "hispanicus". I due dati potrebbero non essere in contraddizione in quanto Francesco potrebbe appartenere ad un ramo cadetto della famiglia spagnola dei Silva stanziatasi nel milanese nel corso del XVI secolo. È molto probabile che con la venuta degli austriaci nel Regno di Napoli, nel 1707, Francesco Cassiano de Silva abbia preferito riferirsi alle più prossime e meno pericolose origini milanesi.

Giovanni Battista Pacichelli & Francesco Cassiano de Silva (Roma, 1634 – Roma, 1695)

Pacichelli (1641 circa – 1695) nacque a Roma, probabilmente nel 1641, da genitori pistoiesi. Non si hanno notizie sull’identità del padre, mentre pare che la madre appartenesse alla famiglia degli Honorati. Da Roma si trasferì giovanissimo a Pisa, dove intraprese gli studi giuridici, laureandosi in diritto civile e canonico. Tornò quindi a Roma, dove proseguì gli studi e si laureò in teologia. Nel 1668 pubblicò a Perugia Il Giosia del Vaticano (dal nome del re biblico d’Israele), dedicato a papa Clemente IX. Negli anni della nunziatura, effettuò numerosi viaggi nell’Europa centrale, settentrionale e meridionale, ed «ebbe occasione... di trattare con diversi principi, e ministri di Stato, come anche di osservare le migliori biblioteche, e conoscere i più distinti letterati, che in vari luoghi fiorivano» (Soria, 1781, p. 462). Nel luglio 1673 visitò il Belgio e l’Olanda; nel marzo 1674 si recò a Utrecht, tornò a Colonia e ripartì a maggio per Rotterdam, l’Aia e Amsterdam. Tornato in Germania, andò a Brema, Amburgo e Lubecca. A giugno si spostò a Bruges e quindi in Francia, dove visitò Parigi, la Champagne e l’Artois, per poi giungere nelle Fiandre. Tornato in Germania, continuò a viaggiare fra la Westfalia e la Sassonia, nell’autunno 1674 si recò a Colmar e a Magonza. Nella primavera del 1675 fu la volta dell’Inghilterra, della Scozia e dell’Irlanda; quindi, preso il mare da Dover, giunse in Portogallo e di lì passò in Spagna. Rientrato brevemente a Colonia, nel 1676 intraprese un lungo viaggio attraverso la Svezia, la Danimarca, l’Austria, la Polonia e l’Ungheria. L’anno seguente visitò la Provenza, il Delfinato, la Savoia e ritornò in Italia, dove continuò a spostarsi fra Venezia, Ferrara, Bologna, Modena e Reggio. Rientrato a Roma dalla nunziatura nel 1677, dopo qualche mese passò a Parma, presso la corte del duca Ranuccio II Farnese, che lo nominò agente generale dei suoi possedimenti nel Mezzogiorno (Castellammare, Altamura, Leonessa, Cantalice, Montereale, Campli, Vetrana). Si trasferì dunque a Napoli nel 1679. Come agente dei Farnese dovette affrontare problemi di ogni sorta legati all’ordinaria amministrazione dei feudi e alle richieste dei cives delle singole universitates, ma anche eccezionali, come la deduzione in patrimonio (cioè sotto la diretta amministrazione finanziaria da parte della Camera della Sommaria), di uno dei feudi farnesiani più importanti, quello di Altamura in Terra di Bari. Francesco Cassiano de Silva è stato un incisore di origine spagnola. Le sue incisioni furono utilizzate su alcuni libri dei più noti editori di Napoli del Seicento e del Settecento, e ritraevano paesaggi e città del Regno di Napoli; tali incisioni hanno un inestimabile valore storico, accresciuto dal fatto che la maggior parte delle sue opere è stata oggetto di ritrovamenti in epoca molto recente. Della vita di Francesco Cassiano de Silva si possiedono scarsissime informazioni; cionondimeno, è indubbia la sua fama come incisore di molte opere relative al Regno di Napoli. In particolare, incise per commissione opere pubblicate dai più importanti editori di Napoli del suo periodo, cioè Antonio Bulifon, Domenico Antonio Parrino e Luigi Mutio. Collaborò anche con Giovan Battista Pacichelli. Le fonti sono discordanti sulla sua origine; alcune fonti affermano che era milanese, mentre altre fonti affermano che era spagnolo. Il primo studioso a scoprire un'opera di de Silva fu Vladimiro Valerio, il quale, nella Biblioteca Nazionale Austriaca, scoprì l'album Regno Napolitano anatomizzato dalla penna di D. Francesco Cassiano De Silva. Nel 1986, Giancarlo Alisio scoprì un atlante geografico con disegni dello stesso de Silva nella Biblioteca Nazionale italiana, mentre nel 2006 Amirante e Pessolano fecero ulteriori scoperte nel Kriegsarchiv di Vienna e nell'Österreichisches Staatsarchiv. L'ultimo suo lavoro certo è un atlante manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna, terminato nel 1708. In tale ultima opera si firma "nobile milanese", mentre nelle precedenti incisioni si era sempre fregiato del titolo di "hispanicus". I due dati potrebbero non essere in contraddizione in quanto Francesco potrebbe appartenere ad un ramo cadetto della famiglia spagnola dei Silva stanziatasi nel milanese nel corso del XVI secolo. È molto probabile che con la venuta degli austriaci nel Regno di Napoli, nel 1707, Francesco Cassiano de Silva abbia preferito riferirsi alle più prossime e meno pericolose origini milanesi.