L'Asia deschritta da Nicolo De Fer Approvata dalla accademia Reale delle Scienze in Parigi e data in Luce da Paolo Petrini i

Riferimento: S39817
Autore Paolo PETRINI
Anno: 1722
Zona: Asia
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 580 x 455 mm
1.250,00 €

Riferimento: S39817
Autore Paolo PETRINI
Anno: 1722
Zona: Asia
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 580 x 455 mm
1.250,00 €

Descrizione

Rarissima carta geografica del continente asiatico derivante da quella di Nicolas de Fer, edita a Parigi verso la fine del XVII secolo.


La mappa è tratta dal Atlante Partenopeo dell'editore e libraio napoletano Paolo Petrini. L'atlante è una complessa operazione editoriale messa in atto da Petrini per raccogliere molte della carte da lui realizzate a partire dall'ultimo decennio del XVII secolo, tratte sostanzialmente da Guillaulme Sanson, Nicolas De Fer e Giacomo Cantelli, e pubblicate con aggiornamenti ancora per gran parte del'700 dal figlio Nicola.


L'atlante del Petrini rappresentava per il Regno di Napoli, l'equivalente del Mercurio Geografico stampato a Roma dalla tipografia De Rossi, e circolante principalmente nello Stato Pontificio.

Incisione in rame, coloritura coeva con ritocchi, in eccellente stato di conservazione.

Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)

Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.

Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)

Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.