Piazza Navona

Reference: S25225
Author Litografia Danesi
Year: 1840 ca.
Zone: Piazza Navona
Measures: 260 x 200 mm
€300.00

Reference: S25225
Author Litografia Danesi
Year: 1840 ca.
Zone: Piazza Navona
Measures: 260 x 200 mm
€300.00

Description

Lithograph, circa 1840/50, signed at bottom. 

Beautiful proof, printed on thin contemporary paper, minor oxidation, otherwise in excellent condition.

Michele Danesi, born in Naples in 1809, soon moved to Rome where he came into contact with the leading artists of the time. He particularly frequented the studio of Tommaso Minardi, where he specialized in the art of lithography. In 1839 he opened a lithographic establishment at Via della Vite 20a and at Via Bocca di Leone 85. By 1876 a new workshop was in business at 36 Via dei Bagni (today Via Romagnosi).

The information that has come down to us about the Roman establishment, which specialized in the "photomechanical arts," is at times sketchy, especially regarding the activities and roles of individual components within it. This is mainly due to the dispersion of the archives, formed from the 1850s and destroyed by fire in 1894. Reconstruction was very rapid, but on that occasion, in addition to the plates and all the working machinery, many important documents on the laboratory's activities and photographic evidence on nineteenth-century Rome were lost.

Rare work.

Litografia Danesi (attiva a Roma 1839-1979)

Famiglia attiva a Roma dagli inizi dell'Ottocento nel campo della riproduzione, in particolare fotografica. Michele, nato a Napoli nel 1809, ben presto si trasferì a Roma dove si avviò agli studi artistici frequentando lo studio di Tommaso Minardi (1818-1832). L'importanza dell'incisione, che nell'insegnamento accademico della storia dell'arte assolveva allora il ruolo informativo oggi affidato alla fotografia, lo portò a riflettere sull'utilità e la funzione culturale di tutti i sistemi di riproduzione dell'immagine, problema cui era destinato ad offrire risposte concrete e contributi di grande raffinatezza tecnica. Già nel 1839 aprì a Roma - in via della Vite 22A, angolo via del Gambero 16 e in via Bocca di Leone 85 - uno stabilimento litografico che, per diversi anni, fu il solo attivo in città. Fra le litografie legate all'editoria dell'epoca si ricordano in particolare centoventi tavole che accompagnano e illustrano i due volumi di Antiche opere di plastica discoperte, raccolte e dichiarate dal marchese G. Pietro Campana romano (Roma 1851), realizzate su disegni dello stesso Danesi. L'avvento della fotografia, specie nel periodo del collodio (dal 1851), dischiuse nuove possibilità alla giovane ditta che dei risultati del nuovo mezzo si avvalse quale surrogato del disegno preparatorio, con l'implicito vantaggio di una riduzione dei tempi di produzione e, come risvolto commerciale, di una conseguente diminuzione dei prezzi di vendita al pubblico. Con straordinaria precocità, avvalendosi delle calotipie del lombardo S. Lecchi, aveva pubblicato (con il titolo Ruine di Roma dopo l'assedio del 1849) una serie di quattro tavole litografiche (Miraglia, 1982). A partire dal 1855, secondo una notizia che si desume dall'Indicatore romano di quell'anno, Michele cominciò ad interessarsi personalmente alla fotografia; fu fra i primi, se non addirittura il primo fotografo romano a chiedere e ad ottenere, con estrema sollecitudine, il nulla osta necessario a continuare la propria professione di fotografo. Nel 1887 Michele viaggiò a Portici, presso la natia Napoli, dove, malauguratamente, rimase vittima del grande colera che funestò la città proprio quell'anno. Ne dà notizia Il Cracas-Diario di Roma del 4-8 sett. 1887 con queste parole: "È morto a Napoli Michele Danesi romano, che per primo introdusse in Roma le arti della litografia e della fotografia e creò in Italia la nuova arte della fototipia". Camillo (m. 1900) e Cesare (1845-1926), i figli che già Michele si era associati in vita, ne seguirono ed incrementarono egregiamente l'attività stabilendo, fra l'altro, proficui e prestigiosi rapporti di collaborazione con la Regia Calcografia e con il Vaticano. Nel 1894, per i meriti guadagnati con la loro attività presso la Calcografia, G. Baccelli, allora ministro della Pubblica Istruzione, assegnò a Camillo e Cesare una medaglia d'oro per benemerenza. Purtroppo, nello stesso 1894 un immane incendio cagionò danni gravissimi allo stabile della ditta; in esso andarono completamente distrutti i macchinari e i torchi litografici, le apparecchiature fotografiche e il prezioso archivio che, iniziato nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, era allora particolarmente cospicuo. Remo Danesi Hinna (Roma, 14 maggio 1879-20 apr. 1937), figliastro di Cesare, continuò a dirigere la ditta e dopo di lui, nella generazione successiva, i suoi figli Luciano (10 marzo 1911-16 giugno 1977) e Giorgio (nato a Roma, 6 apr. 1913) con il quale la ragione sociale si sciolse definitivamente nel 1979. Bibliografia: Marina Miraglia - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986).

Litografia Danesi (attiva a Roma 1839-1979)

Famiglia attiva a Roma dagli inizi dell'Ottocento nel campo della riproduzione, in particolare fotografica. Michele, nato a Napoli nel 1809, ben presto si trasferì a Roma dove si avviò agli studi artistici frequentando lo studio di Tommaso Minardi (1818-1832). L'importanza dell'incisione, che nell'insegnamento accademico della storia dell'arte assolveva allora il ruolo informativo oggi affidato alla fotografia, lo portò a riflettere sull'utilità e la funzione culturale di tutti i sistemi di riproduzione dell'immagine, problema cui era destinato ad offrire risposte concrete e contributi di grande raffinatezza tecnica. Già nel 1839 aprì a Roma - in via della Vite 22A, angolo via del Gambero 16 e in via Bocca di Leone 85 - uno stabilimento litografico che, per diversi anni, fu il solo attivo in città. Fra le litografie legate all'editoria dell'epoca si ricordano in particolare centoventi tavole che accompagnano e illustrano i due volumi di Antiche opere di plastica discoperte, raccolte e dichiarate dal marchese G. Pietro Campana romano (Roma 1851), realizzate su disegni dello stesso Danesi. L'avvento della fotografia, specie nel periodo del collodio (dal 1851), dischiuse nuove possibilità alla giovane ditta che dei risultati del nuovo mezzo si avvalse quale surrogato del disegno preparatorio, con l'implicito vantaggio di una riduzione dei tempi di produzione e, come risvolto commerciale, di una conseguente diminuzione dei prezzi di vendita al pubblico. Con straordinaria precocità, avvalendosi delle calotipie del lombardo S. Lecchi, aveva pubblicato (con il titolo Ruine di Roma dopo l'assedio del 1849) una serie di quattro tavole litografiche (Miraglia, 1982). A partire dal 1855, secondo una notizia che si desume dall'Indicatore romano di quell'anno, Michele cominciò ad interessarsi personalmente alla fotografia; fu fra i primi, se non addirittura il primo fotografo romano a chiedere e ad ottenere, con estrema sollecitudine, il nulla osta necessario a continuare la propria professione di fotografo. Nel 1887 Michele viaggiò a Portici, presso la natia Napoli, dove, malauguratamente, rimase vittima del grande colera che funestò la città proprio quell'anno. Ne dà notizia Il Cracas-Diario di Roma del 4-8 sett. 1887 con queste parole: "È morto a Napoli Michele Danesi romano, che per primo introdusse in Roma le arti della litografia e della fotografia e creò in Italia la nuova arte della fototipia". Camillo (m. 1900) e Cesare (1845-1926), i figli che già Michele si era associati in vita, ne seguirono ed incrementarono egregiamente l'attività stabilendo, fra l'altro, proficui e prestigiosi rapporti di collaborazione con la Regia Calcografia e con il Vaticano. Nel 1894, per i meriti guadagnati con la loro attività presso la Calcografia, G. Baccelli, allora ministro della Pubblica Istruzione, assegnò a Camillo e Cesare una medaglia d'oro per benemerenza. Purtroppo, nello stesso 1894 un immane incendio cagionò danni gravissimi allo stabile della ditta; in esso andarono completamente distrutti i macchinari e i torchi litografici, le apparecchiature fotografiche e il prezioso archivio che, iniziato nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, era allora particolarmente cospicuo. Remo Danesi Hinna (Roma, 14 maggio 1879-20 apr. 1937), figliastro di Cesare, continuò a dirigere la ditta e dopo di lui, nella generazione successiva, i suoi figli Luciano (10 marzo 1911-16 giugno 1977) e Giorgio (nato a Roma, 6 apr. 1913) con il quale la ragione sociale si sciolse definitivamente nel 1979. Bibliografia: Marina Miraglia - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986).