Val di Chiana

Reference: CO-458
Author Vittorio FOSSOMBRONI
Year: 1789
Zone: Val di Chiana
Printed: Florence
Measures: 400 x 285 mm
€200.00

Reference: CO-458
Author Vittorio FOSSOMBRONI
Year: 1789
Zone: Val di Chiana
Printed: Florence
Measures: 400 x 285 mm
€200.00

Description

Carta geografica raffigurante la Val di Chiana incisa da Vittorio Canocchi per le Memorie idraulico-storiche sopra la val di Chiana compilate dal cavaliere Vittorio Fossombroni .. stampato a Firenze: per Gaetano Cambiagi stampatore granducale, 1789.

Edizione originale di un celebre, fondamentale studio sulla bonifica della Val di Chiana, realizzata sul finire del XVIII secolo dall'ingegnere Vittorio Fossombroni su incarico del Granduca Pietro Leopoldo I di Lorena, mediante un sistema di canalizzazione detto "per colmata".

Vittorio Fossombroni (1754-1844) dopo la laurea all’Università di Pisa, dove si laureò nel 1778 in utroque jure, frequentò, nell'ambiente fiorentino, un gruppo di studiosi di problemi di idraulica e ingegneria e di matematici fra cui Giovanni Fabbroni e Leonardo Ximenes; divenne Socio dell'Accademia dei Georgofili, i cui membri condividevano da tempo l'interesse per i problemi delle bonifiche. In particolare, l'attenzione di Fossombroni si rivolse alle condizioni dell'Aretino, sua zona di origine, con lo scopo del risanamento delle zone paludose della Valdichiana e al riguardo sviluppò un piano sistematico di bonifica idraulica, attraverso il metodo delle colmate. Nel 1782 fu nominato Visitatore dei beni dell'Ordine di S. Stefano in Val di Chiana, avendo così l'opportunità di studiare sul campo le teorie in materia di “scienza delle acque”. Dal 1784 divenne membro dell'Accademia delle Scienze dei XL, sulle cui «Memorie» pubblicò nel 1786 i suoi Studi sopra la distribuzione delle alluvioni. Il Granduca Leopoldo lo nominò nel 1788 Soprintendente alla bonifica della Val di Chiana dopo la lettura del manoscritto delle Memorie idraulico-storiche sulla Val di Chiana (pubblicato l'anno seguente) incarico che mantenne fino al 1828 e per il quale si dimise nel 1793 dalla carica di Visitatore dei beni dell'Ordine. Nel 1811 presiedette la Commissione per la bonifica delle Paludi Pontine.

Ha diviso l'Autore le sue Osservazioni in due Parti: la prima sull'antico Stato della Valdichiana, la seconda sulle successive condizioni della medesima. L'orditura della prima Parte è affatto geometrica. Eccola in due parole. Tutta la Chiana correva un dì verso il Tevere, ma senza l'ajuto di qualche acqua straniera non avrebbe potuto corrervi, dunque un'acqua straniera si univa a lei: or quest'acqua da un certo tempo è mancata dunque dal quel tempo cessò per la più gran parte il corso della Chiana al Tevere, ma il ristagno cagiona la depositura delle Torbe, e questa il rialzamento del terreno, dunque la valle per lungo tratto rialzata dovè rovesciare la direzione antica della Chiana, e far correre a Settentrione quell'acque che correvano al Mezzogiorno. Le diverse proposizioni di questo sì semplice raziocinio sono magistralmente dimostrate" (cfr. Moreni, I, 393)

Consuete pieghe di carta, minime ossidazioni, per il resto in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Moreni, I, 393, Lozzi, II, 5759, Inghirami, I, 294. Platneriana, 405. Graesse, II, 620. Brunet, II, 1355.

Vittorio FOSSOMBRONI (Arezzo 1754 - Firenze 1844)

Vittorio Fossombroni nacque ad Arezzo il 15 settembre 1754; dopo i primi studi, ostacolati dalle difficili condizioni di salute, fu inviato all'Università di Pisa, dove si laureò nel 1778 in utroque jure con il giurista Giovanni Maria Lampredi, ma i suoi interessi si rivolsero già durante il corso di studi all'economia e alle scienze fisico - matematiche; rimasto a Pisa anche dopo la laurea, vi pubblicò la sua opera a stampa, il Saggio di ricerche sull'intensità del lume, a cui è premesso il Discorso preliminare intorno ai progressi delle matematiche. Nell'ambiente fiorentino dopo la laurea frequentò un gruppo di studiosi di problemi di idraulica e ingegneria e di matematici fra cui Giovanni Fabbroni e Leonardo Ximenes; divenne Socio dell'Accademia dei Georgofili, i cui membri condividevano da tempo l'interesse per i problemi delle bonifiche. In particolare l'attenzione di Fossombroni si rivolse alle condizioni dell'Aretino, sua zona di origine, con lo scopo del risanamento delle zone paludose della Valdichiana e al riguardo sviluppò un piano sistematico di bonifica idraulica, attraverso il metodo delle colmate. Nel 1782 fu nominato Visitatore dei beni dell'Ordine di S. Stefano in Val di Chiana, avendo così l'opportunità di studiare sul campo le teorie in materia di “scienza delle acque”. Dal 1784 divenne membro dell'Accademia delle Scienze dei XL, sulle cui «Memorie» pubblicò nel 1786 i suoi Studi sopra la distribuzione delle alluvioni. Il Granduca Leopoldo lo nominò nel 1788 Soprintendente alla bonifica della Val di Chiana dopo la lettura del manoscritto delle Memorie idraulico-storiche sulla Val di Chiana (pubblicato l'anno seguente) incarico che mantenne fino al 1828 e per il quale si dimise nel 1793 dalla carica di Visitatore dei beni dell'Ordine. Nel 1791, alla partenza di Pietro Leopoldo divenuto Imperatore d'Austria e alla salita al trono granducale di Ferdinando III, si sviluppò prevalentemente la sua azione politica a scapito degli studi di idraulica, campo in cui continuò comunque a ricevere vari incarichi consultivi. Nello stesso anno venne pubblicato il Saggio di un dilettante di matematica. Tre anni più tardi, ancora sulle «Memorie» pubblicò il Saggio sulla salinazione artificiale, legato ad incarichi ricevuti in quel periodo. E' del 1796 la sua opera più nota, la Memoria sulle velocità virtuali, in cui, partendo dalle ricerche di Galileo ed esaminando i contributi di vari autori fino alla Mécanique Analytique di Lagrange, Fossombroni propone una dimostrazione del principio galileiano delle velocità virtuali, riformulato nel linguaggio algebrico del matematico francese, e ne mostra applicazioni a problemi pratici di idraulica. Tra il 1796 e il 1799 fu Ministro degli Esteri del Granduca Ferdinando III con il consenso di Napoleone, che lo aveva conosciuto nel corso dei tentativi del governo di sostenere la neutralità della Toscana. Durante il governo francese nel 1799 fu costretto a riparare in Sicilia fino all'autunno insieme al Granduca. Ritornato in Toscana, non riebbe subito gli incarichi, ritornando quindi agli studi matematici. Nel 1802 divenne Consigliere di Stato del Regno d'Etruria, e in questa veste venne inviato nel 1805 a Milano per l'incoronazione di Napoleone. Nello stesso periodo fu incaricato di presiedere la Deputazione di finanza che doveva occuparsi dell'esame e del riassetto delle finanze pubbliche. Nel 1802 pubblicò lo studio Della resistenza e dell'urto dei fluidi, memoria che ebbe il premio della Società Italiana e che riprende studi iniziati oltre vent'anni prima; negli anni successivi pubblicò due memorie su problemi di meccanica animale, e nel 1808 una Memoria sopra alcuni esperimenti idrometrici in cui propose un proprio strumento per gli esperimenti idraulici. Dopo l'annessione della Toscana all'impero francese nel 1808 fu nominato da Napoleone Senatore dell'Impero e Conte; visse in questo periodo prevalentemente a Parigi, dove godeva di grandissima stima, anche quella personale di Napoleone, che lo volle membro di un Gabinetto privato. Nel 1808 fu anche nominato presidente della Società del Cimento, una delle classi dell’Accademia Fiorentina istituita dal governatore generale Menou. Nel 1811 presiedette la Commissione per la bonifica delle Paludi Pontine che si avvalse anche della presenza di De Prony. Con la restaurazione granducale, nel 1815 divenne Segretario di Stato e nuovamente ministro degli Affari Esteri di Toscana. Diresse la Commissione per il nuovo Codice civile e fu capo del governo provvisorio durante i «100 giorni», mentre il Granduca era fuggito a nord, e al suo ritorno assunse i compiti di un Primo Ministro. Nella sua attività politica fu sostenitore di un clima politico abbastanza aperto, soprattutto in confronto ad altre regioni italiane: in questa direzione si colloca anche la vicenda della chiamata all'Università di Pisa del fisico-matematico Ottaviano Fabrizio Mossotti. Alla morte di Ferdinando III, nel 1824, Fossombroni gestì la transizione che portò al nuovo granduca Leopoldo II; nello stesso anno fu nominato corrispondente dell'Académie des Sciences di Parigi nella sezione di meccanica. Contrasse matrimonio con Vittoria Bonci nel 1832, a cui seguì l'adozione del figlio di lei, Enrico, che in seguito divenne Senatore del Regno d’Italia. Dal 1835 si occupò anche di un progetto riguardante la sistemazione idraulica della laguna veneta, esposto nelle Considerazioni sul sistema idraulico dei Paesi Veneti. Nel 1838 chiese e ottenne il riposo dal servizio, restando la maggior parte del tempo ad Arezzo per dedicarsi agli studi di matematica e idraulica. Gli venne proposta la Presidenza della terza Riunione degli Scienziati Italiani a Firenze nel 1841, a cui dovette rinunciare per motivi di salute. Morì a Firenze il 13 aprile 1844 e fu sepolto in S. Croce.

Vittorio FOSSOMBRONI (Arezzo 1754 - Firenze 1844)

Vittorio Fossombroni nacque ad Arezzo il 15 settembre 1754; dopo i primi studi, ostacolati dalle difficili condizioni di salute, fu inviato all'Università di Pisa, dove si laureò nel 1778 in utroque jure con il giurista Giovanni Maria Lampredi, ma i suoi interessi si rivolsero già durante il corso di studi all'economia e alle scienze fisico - matematiche; rimasto a Pisa anche dopo la laurea, vi pubblicò la sua opera a stampa, il Saggio di ricerche sull'intensità del lume, a cui è premesso il Discorso preliminare intorno ai progressi delle matematiche. Nell'ambiente fiorentino dopo la laurea frequentò un gruppo di studiosi di problemi di idraulica e ingegneria e di matematici fra cui Giovanni Fabbroni e Leonardo Ximenes; divenne Socio dell'Accademia dei Georgofili, i cui membri condividevano da tempo l'interesse per i problemi delle bonifiche. In particolare l'attenzione di Fossombroni si rivolse alle condizioni dell'Aretino, sua zona di origine, con lo scopo del risanamento delle zone paludose della Valdichiana e al riguardo sviluppò un piano sistematico di bonifica idraulica, attraverso il metodo delle colmate. Nel 1782 fu nominato Visitatore dei beni dell'Ordine di S. Stefano in Val di Chiana, avendo così l'opportunità di studiare sul campo le teorie in materia di “scienza delle acque”. Dal 1784 divenne membro dell'Accademia delle Scienze dei XL, sulle cui «Memorie» pubblicò nel 1786 i suoi Studi sopra la distribuzione delle alluvioni. Il Granduca Leopoldo lo nominò nel 1788 Soprintendente alla bonifica della Val di Chiana dopo la lettura del manoscritto delle Memorie idraulico-storiche sulla Val di Chiana (pubblicato l'anno seguente) incarico che mantenne fino al 1828 e per il quale si dimise nel 1793 dalla carica di Visitatore dei beni dell'Ordine. Nel 1791, alla partenza di Pietro Leopoldo divenuto Imperatore d'Austria e alla salita al trono granducale di Ferdinando III, si sviluppò prevalentemente la sua azione politica a scapito degli studi di idraulica, campo in cui continuò comunque a ricevere vari incarichi consultivi. Nello stesso anno venne pubblicato il Saggio di un dilettante di matematica. Tre anni più tardi, ancora sulle «Memorie» pubblicò il Saggio sulla salinazione artificiale, legato ad incarichi ricevuti in quel periodo. E' del 1796 la sua opera più nota, la Memoria sulle velocità virtuali, in cui, partendo dalle ricerche di Galileo ed esaminando i contributi di vari autori fino alla Mécanique Analytique di Lagrange, Fossombroni propone una dimostrazione del principio galileiano delle velocità virtuali, riformulato nel linguaggio algebrico del matematico francese, e ne mostra applicazioni a problemi pratici di idraulica. Tra il 1796 e il 1799 fu Ministro degli Esteri del Granduca Ferdinando III con il consenso di Napoleone, che lo aveva conosciuto nel corso dei tentativi del governo di sostenere la neutralità della Toscana. Durante il governo francese nel 1799 fu costretto a riparare in Sicilia fino all'autunno insieme al Granduca. Ritornato in Toscana, non riebbe subito gli incarichi, ritornando quindi agli studi matematici. Nel 1802 divenne Consigliere di Stato del Regno d'Etruria, e in questa veste venne inviato nel 1805 a Milano per l'incoronazione di Napoleone. Nello stesso periodo fu incaricato di presiedere la Deputazione di finanza che doveva occuparsi dell'esame e del riassetto delle finanze pubbliche. Nel 1802 pubblicò lo studio Della resistenza e dell'urto dei fluidi, memoria che ebbe il premio della Società Italiana e che riprende studi iniziati oltre vent'anni prima; negli anni successivi pubblicò due memorie su problemi di meccanica animale, e nel 1808 una Memoria sopra alcuni esperimenti idrometrici in cui propose un proprio strumento per gli esperimenti idraulici. Dopo l'annessione della Toscana all'impero francese nel 1808 fu nominato da Napoleone Senatore dell'Impero e Conte; visse in questo periodo prevalentemente a Parigi, dove godeva di grandissima stima, anche quella personale di Napoleone, che lo volle membro di un Gabinetto privato. Nel 1808 fu anche nominato presidente della Società del Cimento, una delle classi dell’Accademia Fiorentina istituita dal governatore generale Menou. Nel 1811 presiedette la Commissione per la bonifica delle Paludi Pontine che si avvalse anche della presenza di De Prony. Con la restaurazione granducale, nel 1815 divenne Segretario di Stato e nuovamente ministro degli Affari Esteri di Toscana. Diresse la Commissione per il nuovo Codice civile e fu capo del governo provvisorio durante i «100 giorni», mentre il Granduca era fuggito a nord, e al suo ritorno assunse i compiti di un Primo Ministro. Nella sua attività politica fu sostenitore di un clima politico abbastanza aperto, soprattutto in confronto ad altre regioni italiane: in questa direzione si colloca anche la vicenda della chiamata all'Università di Pisa del fisico-matematico Ottaviano Fabrizio Mossotti. Alla morte di Ferdinando III, nel 1824, Fossombroni gestì la transizione che portò al nuovo granduca Leopoldo II; nello stesso anno fu nominato corrispondente dell'Académie des Sciences di Parigi nella sezione di meccanica. Contrasse matrimonio con Vittoria Bonci nel 1832, a cui seguì l'adozione del figlio di lei, Enrico, che in seguito divenne Senatore del Regno d’Italia. Dal 1835 si occupò anche di un progetto riguardante la sistemazione idraulica della laguna veneta, esposto nelle Considerazioni sul sistema idraulico dei Paesi Veneti. Nel 1838 chiese e ottenne il riposo dal servizio, restando la maggior parte del tempo ad Arezzo per dedicarsi agli studi di matematica e idraulica. Gli venne proposta la Presidenza della terza Riunione degli Scienziati Italiani a Firenze nel 1841, a cui dovette rinunciare per motivi di salute. Morì a Firenze il 13 aprile 1844 e fu sepolto in S. Croce.