Psyche carried to Olympus by three cupids

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Reference: S48462
Author Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO
Year: 1545 ca.
Measures: 220 x 290 mm
€1,900.00

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Reference: S48462
Author Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO
Year: 1545 ca.
Measures: 220 x 290 mm
€1,900.00

Description

Psyche, holding the flask of beauty, carried by three putti skyward toward Olympus.

Engraving, ca. 1545, unsigned. Example in the second state, with Antonio Lafreri's imprint at lower right.

After the lost fresco by Raphael Sanzio (possibly executed by Luca Penni) at the Villa Farnesina in Rome.

Scholars are widely divided on the attribution of the print, which has always been generically believed to be from the School of Marcantonio Raimondi. According to Stefania Massari (1985) the work would, however and on the basis of clear stylistic affinities, be assigned to Nicolas Beatrizet known as Beatricetto. Also agreeing on Beatrizet are Corinna Hoper (Stuttgart exhibition catalog, 2001) and Silvia Bianchi in her 2003 Catalogue of Nicholas Beatrizet. Recently, other scholars attributed the plate to Marco Dente da Ravenna.

See the British Museum's curator's file:

https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_V-6-32

Stefania Massari, with whom we agree in stylistic attribution, writes: “La stampa, di cui il Bartsch non conosce l’edizione del Lafrery, viene ritenuta dagli autori opera di un anonimo incisore della scuola raimondesca. In realtà ci sembra si possa confermare l'attribuzione da noi proposta ipoteticamente al Beatricetto (1985). Infatti, il paesaggio aperto e illuminato da una luce chiara e naturale oltre che l'intelaiatura prospettica divisa in due piani contrapposti sono motivi che caratterizzano le opere migliori del lorenese. Illuminanti in tal senso appaiono infatti gli sfondi del Tizio (Bartsch, XV. 39) del Ganimede (Passavant, VI, 111) tipici dell'incisore per quel gusto antiquariale che gli fa arricchire gli sfondi con vedute di rovine e frammenti architettonici. Non poche sono le coincidenze formali tra questa stampa e il paesaggio che fa da sfondo al Tizio divorato dall'avvoltoio, la fisionomia degli amorini e il modo con cui è incisa la muscolatura chiaroscurata con tratti brevi e distanziati che appare analoga nei putti della Baccanaria. Rispetto agli esempi citati l'esecuzione risulta più ricca nel tessuto grafico, più attenta alla de-finizione dei volumi e degli intervalli spaziali, mentre Psiche presenta una modellazione chiaroscurale più morbida; pertanto, il Beatricetto dovrebbe aver inciso la lastra qualche anno dopo la serie michelangiolesca nel 1545 ca., contemporaneamente al Combattimento tra Ragione e Amore.  L'incisione ripete, in controparte, il soggetto ispirato alla Favola di Psiche, tratta dall'Asino d'oro di Apuleio affrescato nel pennacchio della galleria al piano terreno della Farnesina ultimata nel 1518 raffigurante Psiche in volo sostenuta da amorini con in mano il vaso della bellezza datole da Proserpina. La decorazione della villa di Agostino Chigi, come è noto, è invenzione di Raffaello che si è ispirato, per celebrare la potenza sublimante dell'amore, non alle Metamorfosi di Ovidio ma a quelle che il retore Lucio Apuleio deve aver composto all'epoca degli Antonini ed erano state ripubblicate a Roma nel 1469. Nel 1500 l'umanista Filippo Beroaldo il vecchio, amico del Chigi, aveva pubblicato i commentari dell'Asino d'oro, nome con il quale è noto il racconto di Amore e Psiche narrato nelle Metamorfosi di Apuleio.  La stampa, che al pari delle altre incisioni raimondesche dello stesso ciclo rifletterebbe un disegno originale del Sanzio oggi disperso, è quindi una preziosa testimonianza del lavoro dell'urbinate. Questi aveva fornito diversi disegni per i dipinti realizzati da Giulio Romano, Raffaellino del Colle, Giovanni da Udine e dal Penni, a cui viene generalmente assegnata l'esecuzione dell'affresco con Psiche in volo” (cfr. S. Massari, Tra Mito e Allegoria, p. 248).

Magnificent proof, rich in tone, printed on contemporary laid paper with watermark “tulips in a shield with six-pointed star” (Woodward nn. 124-125), with wide margins, in excellent condition.

Bibliografia

Bartsch, Le Peintre graveur (XV.36.5); cfr. S. Massari, Tra Mito e Allegoria, pp. 248-249, n. 95.

 

Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO Thionville 1515 circa - Roma 1565

Nicola or Niccolò Beatricetto, or Beatrice or Beatici or Beatricius or Nicolas Beatrizet Lotharingus according to the original name, was born in 1515 in Thionville, in the French region of Lorraine. He worked as drawer and engraver. He moved to Rome between 1532 and 1540 to study in the studio of Marcantonio and Agostino Veneziano. From the very beginning, he showed his peculiar sense of equilibrium for lines, shadows, tones and he became the leader of foreign engravers and artists in Rome. Under the influence of Agostino Veneziano and Giorgio Ghisi, Beatricetto picked up Raphael and Michelangelo as models for his work. He worked for Salamanca (1540-1541), for Tommaso Barlacchi (1541-1550) and Lafrery (1548) who eventually added some of his work to his Speculum. He essentially engraved reproductions of famous works, with sacred scenes and mythological subjects, buildings and palaces of his times. He died in Rome in 1565. The states of the second half of XVI century bear the names of Claude Duchet and heirs, Paolo Graziani, Pietro dè Nobili; in the XVII century those of Giovanni Orlandi, Philippe Thomassin, Gio.Giacomo dè Rossi “alla pace” and Giovan battista dè Rossi “a piazza Navona”; in the XVIII century that of Carlo Losi. Bartsch lists 108 prints under his name, Robert-Dumesnil 114 and Passavant 120.

Nicolas Beatrizet detto BEATRICETTO Thionville 1515 circa - Roma 1565

Nicola or Niccolò Beatricetto, or Beatrice or Beatici or Beatricius or Nicolas Beatrizet Lotharingus according to the original name, was born in 1515 in Thionville, in the French region of Lorraine. He worked as drawer and engraver. He moved to Rome between 1532 and 1540 to study in the studio of Marcantonio and Agostino Veneziano. From the very beginning, he showed his peculiar sense of equilibrium for lines, shadows, tones and he became the leader of foreign engravers and artists in Rome. Under the influence of Agostino Veneziano and Giorgio Ghisi, Beatricetto picked up Raphael and Michelangelo as models for his work. He worked for Salamanca (1540-1541), for Tommaso Barlacchi (1541-1550) and Lafrery (1548) who eventually added some of his work to his Speculum. He essentially engraved reproductions of famous works, with sacred scenes and mythological subjects, buildings and palaces of his times. He died in Rome in 1565. The states of the second half of XVI century bear the names of Claude Duchet and heirs, Paolo Graziani, Pietro dè Nobili; in the XVII century those of Giovanni Orlandi, Philippe Thomassin, Gio.Giacomo dè Rossi “alla pace” and Giovan battista dè Rossi “a piazza Navona”; in the XVIII century that of Carlo Losi. Bartsch lists 108 prints under his name, Robert-Dumesnil 114 and Passavant 120.