Nuova Carta dell'Italia Superiore in 6 fogli

Reference: A49976
Author Niccolò Pagni & Giuseppe Bardi
Year: 1797 ca.
Zone: Northern Italy
Printed: Milan
Measures: 1455 x 725 mm
€900.00

Reference: A49976
Author Niccolò Pagni & Giuseppe Bardi
Year: 1797 ca.
Zone: Northern Italy
Printed: Milan
Measures: 1455 x 725 mm
€900.00

Description

Interessante carta geografica napoleonica, raffigurante il territorio dell'Italia settentrionale con la Repubblica Cisalpina.

Pubblicata per la prima volta nel 1797 a Firenze dagli editori Niccolò Pagni e Giuseppe Bardi, questa carta fu più volte emendata. Sono note, infatti, altre due ristampe fiorentine della mappa prima che le lastre furono acquistate dalla tipografia milanese dei fratelli Vallardi, autori di questa edizione nel 1809 e di una ristampa nel 1815.

Il titolo è in un riquadro nell'angolo inferiore sinistro; in basso a sinistra (ma a destra del titolo) 4 scale in miglia italiane, miglia del Piemonte, leghe di Francia e leghe di Germania. A destra, a mezza altezza, sul mare Adriatico: "ESPOSIZIONE DE SEGNI" (legenda di 8 voci); sulla cornice graduata di ogni lastra indicazione del punto cardinale: "TRAMONTANA, LEVANTE, MEZZOGIORNO, PONENTE". Sul golfo di Genova è stato aggiunto un riquadro con la raffigurazione della Valtellina, che rimaneva al di fuori del margine superiore.

“Si tratta di una grande e bella carta murale. Nelle iscrizioni si nota una sproporzione nelle dimensioni dei nomi delle località minori, che sono piccoli come di consueto e possono essere letti solo da vicino, rispetto alle indicazioni più generali, che sono scritte molto più in grande e possono essere lette anche dal foglio appeso al muro. Il disegno è abbastanza accurato, ma come al solito è carente l'orografia, che per le Alpi si ricollega ancora alla carta del Borgonio, mentre per gli Appennini è del tutto generica. È anche strano, in una carta fiorentina, che siano imprecisi i confini (in verità molto intrecciati) tra Granducato di Toscana, feudi imperiali, Lucca e Ducato estense. In generale l'indicazione della situazione politica non è affatto chiara: si ha l'impressione che la carta sia stata preparata prima delle vittorie napoleoniche e che poi sia stata adattata alla nuova situazione; è emblematico il caso della Valtellina, che apparteneva al cantone svizzero dei Grigioni e che quindi non era stata inserita nella carta; nell'ottobre del 1797 Napoleone la tolse ai Grigioni e la unì alla Cisalpina; di qui la necessità di aggiungere il suo disegno nel posto più libero, cioè il Mar Ligure. Osservando attentamente la carta si nota che essa documenta la situa-zione italiana alla fine del 1797: i confini della Cisalpina sono quelli posteriori al Trattato di Campoformio e sul Veneto si legge: "Stati della Casa d'Austria"; sulla carta sono aggiunti i nomi dei dipartimenti, per cui si capisce che Nizza e Savoia non sono più piemontesi, e su Massa si legge "Dipartimento delle Alpi Apuane", nome usato dalla metà del 1797 alla metà del 1798, ecc.” (cfr. Z. Davoli – R. Sanfelici, Terre di Langobardia, La Lombardia e il Ducato Estense nella cartografia a stampa 1796-1866, p. 20).

“Della carta si conoscono diversi stati: il primo stato, che è quello descritto, riporta la situazione confinale tra la Repubblica Cisalpina e lo Stato Pontificio alla fine del 1797; il secondo stato presenta lo stesso titolo, indicazione editoriale e data ma si differenzia dal primo in quanto viene tracciato il nuovo confine tra la Repubblica Cisalpina e la Repubblica Romana ed è databile al 1798. Il terzo stato presenta un nuovo titolo Nuova Carta dell'Italia Superiore in 6 fogli Corretta e aumentata secondo le ultime osservazioni per comodo degli amatori, ed è stampata sempre a Firenze dal solo Niccolò Pagni. Dal punto di vista cartografico non cambia nulla rispetto allo stato precedente e le nuove divisioni territoriali sono rese utilizzando il solo colore. Proprio in base alla divisione territoriale il terzo stato, vista l'annessione alla Cisalpina del Dipartimento dell'Agogna è databile al 1802 ca. Nel quarto stato il titolo rimane invariato, cambia il riquadro dedicato alla Valtellina che viene ampliato e la scritta "Mediterraneo" modificata con la perdita delle prime tre lettere. Nel 1809 le matrici passeranno ai Fratelli Vallardi di Milano che con annuncio sul Giornale Italiano del 14 maggio ne danno così notizia "Dai Fratelli Vallardi in Milano, contrada S. Margherita num. 1101, trovansi vendibili le seguenti carte della guerra presente: ...Italia superiore che comprende il Piemonte, tutto l'ex veneto, Trieste, il Litorale del mare Adriatico, il Tirolo italiano e la Svizzera; essa è divisa in 6 fogli reali. Prezzo, minia-ta, lire 5 ital.". Quello curato dai Vallardi rappresenta il quinto stato che rispetto ai precedenti riporta la nuova indicazione "IN MILANO Da Fratelli Vallardi Contrada di S. Margherita N. 1101 / 1809". Nel 1813 i Fratelli Vallardi daranno alla luce un sesto stato, in cui, rispetto al precedente, il titolo sarà modificato in Nuova Carta del Teatro della Guerra in Italia in sei fogli Corretta e aumentata secondo le ultime osservazioni per comodo degli Amatori. Stando al Marinelli gli editori milanesi daranno alle stampe un ultimo stato nel 1815. Colpisce come la raffigurazione territoriale ed i vari toponimi siano rimasti invariati a partire dal secondo stato e come le nuove divisioni territoriali che si sono susseguite nel corso del tempo siano state rese con il solo utilizzo del colore senza avvertire la necessità di alcune modifiche nel disegno cartografico, forse anche per la velocità con la quale si modificavano le denominazioni e i confini territoriali, fatta eccezione per l'inserto dedicato alla Valtellina” (cfr. La cartografia italiana in età napoleonica (1796-1815), pp. 102-103).

Degli editori-stampatori, Niccolò Pagni e Giuseppe Bardi, sappiamo che erano attivi a Firenze con bottega in via dei Guicciardini tra la seconda metà del '700 e i primi anni dell'800; notizie certe delle opere stampate assieme vanno dal 1786 al 1799, mentre esistono numerose notizie dell'attività dei due editori separatamente. Si tratta di due personaggi molto in vista nell'ambiente dell'editoria fiorentina di questo periodo, attivi come mercanti di stampe, specializzati nelle "stampe di riproduzione" di opere d'arte e bene introdotti presso la corte granducale.

I Vallardi erano una famiglia di rinomati editori milanesi. Al capostipite Francesco (1736-1799) succedettero i figli Pietro, Santo Francesco, Giuseppe e Cesare Paolo. Nel 1812 rimasero in società Pietro (1770-1819) e Giuseppe (1784-1861), che intitolarono (1812) la ditta ai Fratelli Vallardi distinguendosi nella pubblicazione di libri e stampe d'arte. Dal 1818 Giuseppe, rimasto unico proprietario, diede grande impulso anche al commercio calcografico.

Acquaforte, stampata su tre grandi fogli uniti, minime abrasioni e tracce di usura, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

Z. Davoli – R. Sanfelici, Terre di Langobardia, La Lombardia e il Ducato Estense nella cartografia a stampa 1796-1866, p. 20, n° 3; La cartografia italiana in età napoleonica (1796-1815), pp. 102-103, n. 26; Bertarelli, n. 589, vol. BB3 (per il II stato); Marinelli n. 1505.

Niccolò Pagni & Giuseppe Bardi (attivi Firenze seconda metà sec. XVIII)

Attivi a Firenze con bottega in via dei Guicciardini tra la seconda metà del '700 e i primi anni dell'800; notizie certe delle opere stampate assieme vanno dal 1786 al 1799, mentre esistono numerose notizie dell'attività dei due editori separatamente. Si tratta di due personaggi molto in vista nell'ambiente dell'editoria fiorentina di questo periodo, attivi come mercanti di stampe, specializzati nelle "stampe di riproduzione" di opere d'arte e bene introdotti presso la corte granducale.

Niccolò Pagni & Giuseppe Bardi (attivi Firenze seconda metà sec. XVIII)

Attivi a Firenze con bottega in via dei Guicciardini tra la seconda metà del '700 e i primi anni dell'800; notizie certe delle opere stampate assieme vanno dal 1786 al 1799, mentre esistono numerose notizie dell'attività dei due editori separatamente. Si tratta di due personaggi molto in vista nell'ambiente dell'editoria fiorentina di questo periodo, attivi come mercanti di stampe, specializzati nelle "stampe di riproduzione" di opere d'arte e bene introdotti presso la corte granducale.