Arco Trionfale eretto... nell'ingresso della Piazza del Campidoglio alle glorie della Santità di... Papa Innocenzo XIII...

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Riferimento: S52132
Autore Francesco Faraone AQUILA
Anno: 1721
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 380 x 520 mm
1.000,00 €

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Riferimento: S52132
Autore Francesco Faraone AQUILA
Anno: 1721
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 380 x 520 mm
1.000,00 €

Descrizione

ARCO TRIONFALE ERETTO CON SONTUOSA MAGNIFICENZA NELL'INGRESSO DI PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO ALLE GLORIE DELLA SANTITA' DI N.S. PAPA INNOCENZO XIII IN OCCASIONE DEL SOLENNE POSSESSO PRESO IN SAN GIOVANNI LATERANO IL DI' 16 NOVEMBRE 1721, fatto innalzare dall'Ecc.mi SS.ri Conservatori di Roma, Domenico Serlupi, Camillo Massimi, e Prospero Caffarelli, e Pietro de Nobili Viteleschi Priore. Inventione di Alessandro Specchi Architetto del Senato Romano. Stampato a Roma, Nella Stamperia di Domenico De Rossi alla Pace, 1721.

Acquaforte, 1721, raffigurante l'apparato allestito in occasione presa di possesso di Papa Innocenzo XIII, al secolo Michelangelo Conti (1655-1724), a San Giovanni in Laterano, il 16 novembre 1721. L'arco effimero fu progettato da Alessandro Specchi, allievo di Carlo Fontana e membro dell'Accademia di San Luca. ed eretto in Piazza del Campidoglio, che appare sullo sfondo. I suoi lati sono adornati dalle sculture dei due Dioscuri, Castore e Polluce; l'apertura dell'arco inquadra la statua equestre di Marco Aurelio.

“L’arco sul Campidoglio, il colle sacro al “Popolo romano”, inquadra la torre capitolina, il palazzo Senatorio e per ultimo il monumento equestre di Marco Aurelio alludendo, con la rappresentazione della scalinata dell’Aracoeli amplificata rispetto alla realtà, uno spazio altro che non è più spazio della storia ma della finzione” (E. Marconcini in “Il Museo racconta la città”, p. 103).

Francesco Faraone Aquila (o dell'Aquila) (Palermo, 1676 – Roma, 1740) è stato un incisore italiano che seguì le orme del fratello o nipote Pietro. Si trasferì a Roma nel 1690, dove Pietro era conosciuto già da decenni per la sua opera di incisore per le maggiori botteghe d'incisione della capitale. Pietro, che era un sacerdote, gli aprì le porte della committenza ecclesiastica romana. Papa Clemente XI gli ordinò il lavoro che rimase la sua opera maggiore, cioè l'incisione dei bassorilievi della Colonna di Antonino Pio. Seguendo il gusto antiquario che si andava affermando nel corso del Settecento, Francesco Aquila incise varie opere dell'età classica romana: statue, vasi, archi trionfali, venendo così incontro alla richiesta soprattutto dei visitatori stranieri, in maggioranza tedeschi e inglesi. Molto famosi furono anche i ritratti di suoi contemporanei sia pittori che ecclesiastici.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con filigrana “Bracciano”, con margini, in ottimo stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

Le Blanc C., Manuel de l'amateur d'estampes, 175, p. 52.

Francesco Faraone AQUILA (Palermo 1676 circa – Roma 1740 circa)

Francesco Faraone Aquila (o dell'Aquila) (Palermo, 1676 – Roma, 1740) è stato un incisore italiano che seguì le orme del fratello Pietro. Per altre fonti Francesco non era fratello di Pietro Aquila bensì il nipote ed effettivamente i dati cronologici potrebbero confermare questa seconda ipotesi dato che Pietro era della generazione precedente e già morto nel 1692. Della sua vita non abbiamo molte notizie. Sappiamo che nel 1690 si trasferì a Roma, dove il fratello era conosciuto già da decenni per la sua opera di incisore per le maggiori botteghe d'incisione della capitale. Pietro che era un sacerdote gli aprì le porte della committenza ecclesiastica romana. Papa Clemente XI gli ordinò il lavoro che rimase la sua opera maggiore cioè l'incisione dei bassorilievi della Colonna di Antonino Pio e del suo piedistallo, un'opera ancora oggi utilissima visto che le condizioni di questi sono soggetti al degrado a causa degli agenti atmosferici e della perdita della colonna durante un incendio, nel 1759, della quale oggi è rimasto soltanto il basamento conservato nei Musei Vaticani. Nel 1713 Domenico de Rossi pubblicò la "Raccolta di vasi diversi formati da illvstri artefici antichi e di varie targhe soprapposte alle Fabbriche più insigni di Roma.." le cui tavole furono disegnate ed incise dal Faraone Aquila. Un'altra opera molto importante di Francesco Aquila fu l'incisione dell'affresco della cupola del Duomo di Parma del Correggio e quella degli appartamenti del Vaticano di Raffaello. Ma il Gori Gandellini nel suo libro Notizie storiche degli intagliatori ci lascia una lunga lista di incisioni di quadri e affreschi, rinascimentali e barocchi, fatta dall'Aquila fra i quali: Carlo Maratta, Francesco Albani, il Lanfranco, Ciro Ferri, Pietro da Cortona, Pier Leone Ghezzi e innumerevoli altri. Seguendo il gusto antiquario che si andava affermando nel corso del Settecento, Francesco Aquila incise varie opere dell'età classica romana: statue, vasi, archi trionfali, venendo così incontro alla richiesta soprattutto dei visitatori stranieri, in maggioranza tedeschi e inglesi. Molto famosi furono anche i ritratti di suoi contemporanei sia pittori che ecclesiastici. Francesco Faraone Aquila morì a Roma intorno al 1740.

Francesco Faraone AQUILA (Palermo 1676 circa – Roma 1740 circa)

Francesco Faraone Aquila (o dell'Aquila) (Palermo, 1676 – Roma, 1740) è stato un incisore italiano che seguì le orme del fratello Pietro. Per altre fonti Francesco non era fratello di Pietro Aquila bensì il nipote ed effettivamente i dati cronologici potrebbero confermare questa seconda ipotesi dato che Pietro era della generazione precedente e già morto nel 1692. Della sua vita non abbiamo molte notizie. Sappiamo che nel 1690 si trasferì a Roma, dove il fratello era conosciuto già da decenni per la sua opera di incisore per le maggiori botteghe d'incisione della capitale. Pietro che era un sacerdote gli aprì le porte della committenza ecclesiastica romana. Papa Clemente XI gli ordinò il lavoro che rimase la sua opera maggiore cioè l'incisione dei bassorilievi della Colonna di Antonino Pio e del suo piedistallo, un'opera ancora oggi utilissima visto che le condizioni di questi sono soggetti al degrado a causa degli agenti atmosferici e della perdita della colonna durante un incendio, nel 1759, della quale oggi è rimasto soltanto il basamento conservato nei Musei Vaticani. Nel 1713 Domenico de Rossi pubblicò la "Raccolta di vasi diversi formati da illvstri artefici antichi e di varie targhe soprapposte alle Fabbriche più insigni di Roma.." le cui tavole furono disegnate ed incise dal Faraone Aquila. Un'altra opera molto importante di Francesco Aquila fu l'incisione dell'affresco della cupola del Duomo di Parma del Correggio e quella degli appartamenti del Vaticano di Raffaello. Ma il Gori Gandellini nel suo libro Notizie storiche degli intagliatori ci lascia una lunga lista di incisioni di quadri e affreschi, rinascimentali e barocchi, fatta dall'Aquila fra i quali: Carlo Maratta, Francesco Albani, il Lanfranco, Ciro Ferri, Pietro da Cortona, Pier Leone Ghezzi e innumerevoli altri. Seguendo il gusto antiquario che si andava affermando nel corso del Settecento, Francesco Aquila incise varie opere dell'età classica romana: statue, vasi, archi trionfali, venendo così incontro alla richiesta soprattutto dei visitatori stranieri, in maggioranza tedeschi e inglesi. Molto famosi furono anche i ritratti di suoi contemporanei sia pittori che ecclesiastici. Francesco Faraone Aquila morì a Roma intorno al 1740.