De Minorica Insula

Riferimento: S39345
Autore Claudio DUCHET (Duchetti)
Anno: 1570
Zona: Minorca
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 200 x 265 mm
Non Disponibile

Riferimento: S39345
Autore Claudio DUCHET (Duchetti)
Anno: 1570
Zona: Minorca
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 200 x 265 mm
Non Disponibile

Descrizione

Al centro dell’isola, con caratteri grandi, si legge: MINORICA. Nel cartiglio in alto a destra è inciso il titolo: DE MINORICA INSULA. MINORICA ab eode[m] effectu, quo et Maiorica quia ea minor et orientalior sic dicta. Nulam habet insignam et Civitatem sed plurimas Villas, est q[ue] in littore maris altis circunullata mo[n]tib[us] acenderis arborib[us] a[m]be p[ro]piu[m] co[n]stiunt reg[n]u[m] sale, oleo, vino caseoq[ue] optimo abunda[n]te: adeo no[n] in colis modo veru[m] exteris etia[m] abu[n]de prebeant unde Bolearica vina apud Pli[n]. in jtalia in primis nobila Cuniculor[um] ta[n]ta in ijs copia ut da[m]ni no[n] ….inferat Cervis quoq[ue] abunda[n]t Nullu[m] p[re]teria nocu[m] nutriu[n]t animal Fu[n]dae istu piratcaq[ue] rabie co[n] nobil. Claudij Ducheto formis Anno 1570.

Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei venti: TRAMONTANA, OSTRO, PONENTE, LEVANTE, il nord è in alto. Carta priva di scala grafica e graduazione ai margini.

Acquaforte e bulino, incisa da Paolo Forlani e pubblicata per la prima volta a Venezia da Claudio Duchetti nel 1570. Tiratura di secondo stato – nota per un solo altro esemplare conservato alla BAV - con l’imprint di Giovanni Orlandi: Io. Orlandi for. Rome 1602.

“Ultima variante in ordine cronologico della carta di Minorca, la sola datata. Anche questa mappa è una fedele copia del modello ignoto e distorto, proposto per la prima volta dal Bertelli. Almagià la definisce come “stampa d’occasione frettolosa, come dimostra il gran numero di errori nella leggenda”. La carta potrebbe essere per la prima volta stampata a Venezia, in quanto relativa al periodo veneziano del Duchetti, dove l’editore ebbe una stretta collaborazione con Paolo Forlani. La lastra viene poi portata a Roma, come dimostra la sua presenza nel catalogo della vedova di Giacomo Gherardi (ottobre 1598, n. 342) dove è descritta come “Minorca Isola foglio picolo reale”). La matrice fu quindi acquistata da Giovanni Orlandi nel 1602. Di questa tiratura è noto un esemplare, conservato alla Biblioteca Apostolica Vaticana” (cfr. S. Bifolco, F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 1148).

La carta di Minorca a firma Ferrando Bertelli, sebbene non datata, sembra essere la più antica di questa tipologia di mappe, ed appartiene ad un ampio progetto editoriale della tipografia Bertelli che realizza una serie cartografica dedicata alle isole del Mediterraneo, a partire da 1560 circa. Dal punto di vista cartografico, le mappe non sono assolutamente attendibili; la morfologia di Minorca risulta fortemente distorta. La capitale Mahon, senza indicazione toponomastica, e rappresentata da un’enorme città erroneamente collocata al centro dell’isola. La fonte cartografica e sconosciuta.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “Leone di S. Marco in uno scudo ovale sormontato da cappello cardinalizio” (Woodward n. 45, riscontrata su stampe datate 1580, 1593), con ampi margini, leggera gora d’acqua nel margine destro, per il resto in eccelleste stato di conservazione.

Mappa rarissima. Cartografia e topografia italiana del XVI secolo descrive soli 5 esemplari di primo stato [Atlante Doria; Atlante Stevens-Beans-Nebenzahl; Birmingham, Public Library; Parigi, Bibliothèque Nationale (2)] e, come detto, uno solo della tiratura Orlandi [Biblioteca Apostolica Vaticana”].

Bibliografia

S. Bifolco, F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 1148-49, tav. 482, II/II; Almagià (1948): p. 104, n. 45; Destombes (1970): n. 10; Tooley (1939): n. 393.

Claudio DUCHET (Duchetti) (Attivo a Roma nella seconda metà del XVI sec.))

Claude Duchet (o Claudio Duchetti), editore, tipografo, incisore nacque ad Argelet, la madre era la sorella del famoso editore Antoine Lafrèry. Editore, stampatore e mercante di incisioni a Roma dal 1577, lavorò in società con il nipote Etienne. La loro importanza nel panorama dell'incisione italiana della fine del XVI secolo è legata alla sorte toccata alla grande bottega di Lafréry in via di Parione (oggi via del Governo Vecchio) a Roma, dopo la morte di quest'ultimo nel 1577. Non essendovi testamento né eredi diretti, l'ingente eredità passò ai Duchet quali parenti più prossimi. Il Duchetti morì a Roma il 9 dicembre del 1585, e i rami della bottega passarono prima a quella di Giovanni Orlandi, in piazza Pasquino, poi a H. Van Schoel, per confluire infine nella raccolta delle due case di stampa dei De' Rossi all'inizio del XVII secolo. Duchet ha il merito di aver inserito nel mercato nuove carte geografiche e piante di città alcune incise anche da lui. Le carte del Duchet solitamente erano firmate in lastra con la scritta ”Claudii Ducheti formis”, in altre con orgoglio le firmava “quondam Antonii Lafreiri nepos”.

Claudio DUCHET (Duchetti) (Attivo a Roma nella seconda metà del XVI sec.))

Claude Duchet (o Claudio Duchetti), editore, tipografo, incisore nacque ad Argelet, la madre era la sorella del famoso editore Antoine Lafrèry. Editore, stampatore e mercante di incisioni a Roma dal 1577, lavorò in società con il nipote Etienne. La loro importanza nel panorama dell'incisione italiana della fine del XVI secolo è legata alla sorte toccata alla grande bottega di Lafréry in via di Parione (oggi via del Governo Vecchio) a Roma, dopo la morte di quest'ultimo nel 1577. Non essendovi testamento né eredi diretti, l'ingente eredità passò ai Duchet quali parenti più prossimi. Il Duchetti morì a Roma il 9 dicembre del 1585, e i rami della bottega passarono prima a quella di Giovanni Orlandi, in piazza Pasquino, poi a H. Van Schoel, per confluire infine nella raccolta delle due case di stampa dei De' Rossi all'inizio del XVII secolo. Duchet ha il merito di aver inserito nel mercato nuove carte geografiche e piante di città alcune incise anche da lui. Le carte del Duchet solitamente erano firmate in lastra con la scritta ”Claudii Ducheti formis”, in altre con orgoglio le firmava “quondam Antonii Lafreiri nepos”.