Cristo coronato di spine

Riferimento: S42041
Autore Giovanni Pietro BIRAGO
Anno: 1510 ca.
Misure: 140 x 183 mm
1.300,00 €

Riferimento: S42041
Autore Giovanni Pietro BIRAGO
Anno: 1510 ca.
Misure: 140 x 183 mm
1.300,00 €

Descrizione

Bulino, 1510 circa, privo di firma ed indicazioni editoriali.

Conosciuta solo per impressioni non coeve, l'incisione fu per la prima volta descritta da Kristeller e attribuita all'artista ora definitivamente identificato come Giovanni Pietro Birago, che Kristeller scambiò per Fra Antonio da Monza. Con forti riserve, Hind mantenne l'attribuzione a Birago (sotto lo pseudonimo di Maestro del Libro d'Ore Sforzesco), pur notando che in ogni caso la stampa era evidentemente milanese. In effetti, non mostra nessuno dei tratti distintivi della maniera personale di Birago, e l'attribuzione (che appariva improbabile a Levenson et altri) deve essere decisamente respinta. 

Un'associazione con la scuola milanese, tuttavia, è abbastanza accettabile.

Il bordo con un leggero motivo di fogliame su un fondo scuro è simile alle lesene ornamentali in un'incisione di Giovanni Maria da Brescia (TIB 2520.002), un ornamento paragonabile si trova in La crocifissione con Santa Caterina da Siena e la Beata Margherita d'Ungheria (.024) e in varie prime xilografie milanesi (per le quali si veda Kristeller 1913, pp. 25 e 47; Hind 1935, pp. 515 e 520; Lippmann 1888, p. 145; Alberici e De Biasi, n. 17). Un confronto più generale può essere fatto con due xilografie milanesi contemporanee, immagini iconiche di un Ecce Homo e di un Cristo che porta la croce (ill. Lippmann 1888, pp. 167 e 171); ma il suggerimento di Hind che l'incisione sia stata ispirata dall'opera di Andrea Solario, importante pittore milanese del periodo, è meno convincente.

Bellissima impressione su carta vergata, con margini, in ottimo stato di conservazione. 

Bibliografia

Hind V, 78.6; TIB, 2411.023, p. 86.

 

Giovanni Pietro BIRAGO (fl. 1471 – 1513)

Già noto come "Maestro del libro d'orazioni di Bona Sforza di Savoia", o come "Pseudo Antonio da Monza", questo miniatore lombardo che dopo Cristoforo de Predis (col quale collaborò) godette del particolare favore sia di Bona Sforza, sia di Ludovico il Moro, ha trovato un nome solo negli ultimi decenni. I documenti pubblicati dal Carta e dal Malaguzzi Valeri lo definiscono "cappellanus et pictore": egli era quindi ecclesiastico, al servizio di Bona Sforza, per la quale eseguì - così come risulta sempre dai documenti - un "officiolo" che è lecito supporre sia il libro d'ore della duchessa, ora al British Museum (ms. Add. 34, 294): costituisce, riccamente adornato, il suo capolavoro. Mancano notizie della sua vita; delle sue opere, le più antiche miniature sicure sono quelle dei diciotto corali dell'antica cattedrale di Brescia. Le incisioni del maestro, raccolte in un primo gruppo da A. Bartsch, sotto Zoan Andrea (cfr. Le peintre graveur, XIII, Leipzig 1866, pp. 293-310), con i successivi apporti di A. Venturi (Il pontificale di Antonio da Monza nella Bibl. Vat. in L'Arte, I [1898], p. 154; Framm. di un libro miniato di Antonio da Monza..., ibid., II [1899], p. 114), P. Kristeller (Fra Antonio da Monza,incisore, in Rassegna d'arte, I [1901], p. 161; Die Lombardische Graphik der Renaissance, Berlin 1913, pp. 3-7), A. M. Hind (Early italian engraving, London 1948, II, 5, pp. 73-81 ; 6, ill. 600-609) ed altri, hanno raggiunto un totale di diciassette fogli che provengono sicuramente tutti dalla medesima mano delle miniature e che mostrano l'influenza sia del Mantegna, esercitata attraverso Zoan Andrea, sia del Bramante e, in misura limitata, di Leonardo. L'ultima notizia su lui si trova in una lettera autografa, datata 6 apr. 1513, conservata all'Archivio di Stato di Milano.

Giovanni Pietro BIRAGO (fl. 1471 – 1513)

Già noto come "Maestro del libro d'orazioni di Bona Sforza di Savoia", o come "Pseudo Antonio da Monza", questo miniatore lombardo che dopo Cristoforo de Predis (col quale collaborò) godette del particolare favore sia di Bona Sforza, sia di Ludovico il Moro, ha trovato un nome solo negli ultimi decenni. I documenti pubblicati dal Carta e dal Malaguzzi Valeri lo definiscono "cappellanus et pictore": egli era quindi ecclesiastico, al servizio di Bona Sforza, per la quale eseguì - così come risulta sempre dai documenti - un "officiolo" che è lecito supporre sia il libro d'ore della duchessa, ora al British Museum (ms. Add. 34, 294): costituisce, riccamente adornato, il suo capolavoro. Mancano notizie della sua vita; delle sue opere, le più antiche miniature sicure sono quelle dei diciotto corali dell'antica cattedrale di Brescia. Le incisioni del maestro, raccolte in un primo gruppo da A. Bartsch, sotto Zoan Andrea (cfr. Le peintre graveur, XIII, Leipzig 1866, pp. 293-310), con i successivi apporti di A. Venturi (Il pontificale di Antonio da Monza nella Bibl. Vat. in L'Arte, I [1898], p. 154; Framm. di un libro miniato di Antonio da Monza..., ibid., II [1899], p. 114), P. Kristeller (Fra Antonio da Monza,incisore, in Rassegna d'arte, I [1901], p. 161; Die Lombardische Graphik der Renaissance, Berlin 1913, pp. 3-7), A. M. Hind (Early italian engraving, London 1948, II, 5, pp. 73-81 ; 6, ill. 600-609) ed altri, hanno raggiunto un totale di diciassette fogli che provengono sicuramente tutti dalla medesima mano delle miniature e che mostrano l'influenza sia del Mantegna, esercitata attraverso Zoan Andrea, sia del Bramante e, in misura limitata, di Leonardo. L'ultima notizia su lui si trova in una lettera autografa, datata 6 apr. 1513, conservata all'Archivio di Stato di Milano.