- New
| Riferimento: | S52052 |
| Autore | Anonimo |
| Anno: | 1580 ca. |
| Misure: | 70 x 105 mm |
| Riferimento: | S52052 |
| Autore | Anonimo |
| Anno: | 1580 ca. |
| Misure: | 70 x 105 mm |
Allegoria della Pazienza rappresentata con una figura femminile alata, in abito antico e seduta a occhi chiusi sulla base di una colonna, con le gambe incrociate e in grembo una pecora. A sinistra, troviamo una creatura demoniaca dal volto deturpato, che guarda i due putti che si librano tra le nuvole e sorreggono una corona d'alloro sulla testa della figura femminile.
Copia in controparte dell’incisione a bulino di Sebald Beham (Pauli 141), del 1540.
Bulino, seconda metà del XVI secolo, non firmata. Sopra la figura è incisa la parola “PATIENTIA” e sul bordo inferiore la frase: “In Patientia vestra possidebitis animas vestras”. Questa citazione evangelica, proveniente dal Vangelo di Luca (21, 19), indica che la pazienza è la chiave per il possesso e il controllo di sé, dell'intelletto e della volontà. Significa anche che attraverso la pazienza si può raggiungere la salvezza spirituale.
La stampa, di probabile fattura italiana, probabilmente riprende la copia del bulino di Beham incisa da Giovan Battista de Cavalleris nel 1561 (Pauli 141b/c), che vede i versi dal Vangelo di Luca incisi in basso.
L’allegoria della Pazienza fa parte di un gruppo di incisioni indipendenti di figure allegoriche che Beham progettò tra il 1539 e il 1541. Esse sono sempre collocate in primo piano, con pochi attributi che le circondano, e in questo senso seguono il formato delle coeve placchette di bronzo di soggetto simile e di dimensioni altrettanto ridotte, realizzate da Peter Flötner di Norimberga.
L'allegoria della Pazienza è un diffuso e tema iconografico dell'allegoria sacra, che ha lasciato ricorrente testimonianze nelle arti visive, in particolare nella pittura e nell'illustrazione a stampa. L'iconografia, dai contenuti iniziali di ispirazione spiccatamente teologica, ha subito uno slittamento in territorio "profano", avvenuto nello scorcio di tempo intorno alla metà del XVI secolo, i cui risultati si sono prestati a un'utilizzazione in chiava politica, nel clima storico delle corti rinascimentali italiane. La personificazione di questa virtù, di norma, persegue un intento moraleggiante, che si muove, pertanto, su un terreno teologico che riflette la tradizione del Vangelo e della dottrina patristica, seguendo la filosofia cristiana dei primi secoli, elaborata dai Padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici.
Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, applicata su antico supporto di collezione, in buono stato di conservazione. Stampa rarissima, non descritta da Pauli.
Timbro di collezione al verso di James Burleigh (Lugt 1425).
Bibliografia
Cfr. Pauli 1901-11, Hans Sebald Beham: Ein Kritisches Verzeichniss seiner Kupferstiche Radirungen und Holzschnitte (141); Hollstein, German engravings, etchings and woodcuts c.1400-1700 (141.IV); Bartsch, Le Peintre graveur (VIII.168.138); Bartrum 1995, German Renaissance Prints 1490-1550 (99).
Anonimo
Anonimo